Europa Grecia

Enoturismo a Santorini: visita alla cantina Koutsoyannopoulos

Scritto da Silvia

Visita al museo del vino e degustazione alla cantina Koutsoyannopoulos, alla scoperta della tradizione enologica dell’isola di Santorini.

Prima di organizzare il nostro viaggio a Santorini non avevo assolutamente idea che quest’isola avesse una tradizione vinicola così importante e con radici così antiche. Giorno dopo giorno ho capito che oltre alle birre (Alpha e Mythos su tutte) c’era molto di più e ho deciso di approfittare di una delle molte aziende vitivinicole aperte al pubblico e in cui è anche possibile fare una degustazione.

Considerato che mi interessava capire qualcosa in più anche sulla storia della produzione del vino nelle Cicladi, ho scelto di visitare la Koutsoyannopoulos Wine-Museum & Winery, fondata nel 1880 dai fratelli Grigoris e Dimitris, che ospita il museo del vino più completo dell’isola e l’unico che sia stato costruito in una cavità naturale.

 

 

Il museo del vino e la cantina

La visita inizia proprio dal museo del vino, che si trova ad otto metri di profondità e si snoda tra grotte e corridoi, tra ricostruzioni di scene di vita dei contadini e del processo di produzione del vino. Ogni fase è rappresentata nei minimi dettagli e l’audioguida che viene fornita all’ingresso è utilissima per contestualizzare il tutto.

 
vino santorini
 

A Santorini, e in generale nelle Cicladi, a causa della costante presenza di vento, le viti vengono coltivate in basse cime. A metà agosto avviene la vendemmia, un po’ prima rispetto ad altre zone, vista la scarsità d’acqua. In passato la vendemmia era un vero e proprio evento sociale, vi basti pensare che era l’unico periodo dell’anno in cui le ragazze potevano uscire di casa con il permesso del padre. Viticoltori, pigiatori, tutta la comunità era coinvolta. La raccolta dell’uva era eseguita con la massima cura e tra i filari venivano messe delle pietre bianche a formare delle vere e proprie corsie, in modo tale da non dimenticare neppure un tralcio.

Dopo la vendemmia l’uva veniva trasportata con gli asinelli nelle canaves (le cantine sotterranee) e pesata sulla stadera, la bilancia di una volta. Per farla funzionare servivano tre persone, due per sostenere la stadera con un tronco leggero e la terza per pesare l’uva. Si procedeva poi con la pigiatura, non prima però del calar della notte, in modo tale che le temperature più basse facilitassero il compito dei pigiatori.

Infine il vino veniva travasato da un barile all’altro, con l’aiuto di otri di pelle di animale. Piccola curiosità: in questa fase l’otre era necessariamente di pelle di femmina di animale in modo tale che, grazie all’odore meno forte, non venisse intaccato l’aroma del vino.

 

vino a santorini

vino a santorini

Come vi ho detto all’inizio, la tradizione vinicola è ed era fortemente radicata a Santorini. Ogni casa aveva il proprio torchio per produrre vino per il consumo familiare e vendeva le eccedenze alle cantine per guadagnare di che sostentarsi.

Gli isolani erano inoltre abili marinai e abili artigiani nella lavorazione del legno. Fino alla fine del diciannovesimo secolo Santorini continuò ad esportare vino ad Odessa, in Ucraina, in cambio di legname che veniva quindi usato per la produzione di mobili, utensili e navi.

Nel museo sono presenti moltissimi macchinari dei secoli passati e, anche se non sono una vera intenditrice, ce ne sono alcuni che mi hanno particolarmente colpita. Una pressa a pressione orizzontale, fatta arrivare dall’Ungheria all’inzio del 1900 e che all’epoca risultava utilissima perché si poteva posizionare su un carro e trasportare al bisogno. Una pressa a pressione verticale, che consentiva di estrarre anche l’ultimo succo dell’uva a valle della pigiatura con i piedi e in cui tutte le parti che venivano a contatto con l’uva erano costruite in legno, così da evitare contaminazioni dovute al metallo e mantenere elevata la qualità finale del succo. E il mio preferito, il torchio più antico di Santorini, portato sull’isola nel 1660 da alcuni monaci francesi che lo volevano utilizzare per i vini del loro monastero. Con questo torchio in legno di rovere era possibile evitare la pigiatura con i piedi e procedere in modo molto leggero, così da poter usare i residui solidi per produrre acquavite.

Dal museo si passa infine alla cantina dove ci sono botti e bottiglie dei vini più pregiati, sembra quasi di sentirne l’aroma mentre ci si passa davanti.

 

vino santorini

vino santorini

 

 

La degustazione

Dopo la visita al museo, viene proposta una degustazione di quattro diversi vini. Il personale è davvero molto gentile e disponibile e, oltre a spiegarci come viene prodotto ogni vino e a darci un sacco di informazioni interessanti, risponde a tutte le nostre domande.

Il primo vino è un vino bianco, secco e fresco: l’Assyrtiko. Viene prodotto vicino alla zona costiera di Thira, dove il clima è secco e temperato e il terreno è sassoso, ricco di ferro e magnesio, un mix di cenere e pomice. Viene fatto fermentare in botti metalliche a temperature controllate e si abbina solitamente ai primi piatti, al pesce, alle insalate e ai formaggi.

 

vino santorini

Il secondo è un vino rosso: l’Abelones Koutsoyannopoulos, prodotto con tre varietà di uva rossa che provengono solo dai vitigni della famiglia Koutsoyannopoulos. La vendemmia di quest’uva avviene dopo quella delle uve bianche e il vino viene lasciato fermentare per diciotto mesi in botti di quercia, che gli conferiscono un sapore più ricco.

Il terzo è il mio preferito in assoluto, un vino da dessert: il Kamaritis! Il suo nome deriva dalla parola kamara, che significa cantina, ed è risultato di tre uve bianche e tre uve rosse che vengono fatte appassire sotto il sole per quattordici giorni. Il sole caramella l’uva e dona al vino un gusto dolce che non so definire, un mix tra prugna, cioccolata e caffè. L’invecchiamento avviene in botti di quercia per dieci anni, senza aggiunta di alcun dolcificante. La particolarità di questo vino è che lo si può comprare solo qui, perché viene prodotto con la ricetta segreta del bisnonno della famiglia Koutsoyannopoulos. Ne vengono prodotte solo 3500 bottiglie l’anno e si abbina ai formaggi, ai dolci al cioccolato e, per i più golosi, si versa sopra il gelato.

 

vino santorini

La degustazione termina in bellezza con il Vin Santo, il vino più famoso dell’isola (Santorini è infatti l’abbreviazione di Vino Santorini). Viene prodotto con sole uve bianche che vengono poste sopra a delle reti e fatte seccare al sole sulle terrazze e nei cortili delle case per quattordici giorni, così che il sole possa caramellarle. L’invecchiamento avviene in botti di quercia per almeno due anni e non viene aggiunto alcun elemento chimico, si tratta quindi di un vino naturale al 100% e il gusto è un mix di uva sultanina e fico secco, fenomenale.

 

Quindi, se siete a Santorini, non perdete l’occasione di visitare una delle tante cantine e soprattutto di farvi guidare attraverso una degustazione, non potrete che esserne soddisfatti.

 

6 Commenti

  • Dovremmo fare un viaggio insieme, praticamente andiamo a vedere le stesse cose!
    Altri blogger avrebbero parlato per 15 articoli delle spiagge di Santorini con 3200 foto delle casette bianche con i tetti blu. Tu no, tu di librerie e di cantine, le stesse cose che andrei a visitare io!
    Praticamente ho gli occhi a cuoricino in questo momento! 🙂

    • Qua la mano allora!! Diciamo che Santorini non è solo bianca e blu, sarebbe un peccato limitarsi alla casette quando ci sono tantissimi altri aspetti da scoprire. La visita alla cantina mi è piaciuta tantissimo e ti lascio immaginare quanti vigneti ci sono nell’entroterra, non me lo sarei mai aspettata!
      Grazie di essere passata, bacino!

  • Non avevo idea che a Santorini si producesse vino e che ci fossero cantine con storie così importanti. Figurati come sono rimasta quando ho visto che fanno anche il Vin Santo, ed io che pensavo fosse una prerogativa della Toscana!! Comunque io lavoro in una cantina e ne ho talmente piene le scatole che, per quanto interessante, il giro me lo risparmierei e mi chiuderei in libreria coi gatti… 😀

    • Sai che anch’io sono rimasta di sasso quando ho scoperto del Vin Santo? Per me era sempre stato in accoppiata ai cantucci!!
      Ahahahahhaha, beh immagino che se lavori in una cantina tu sappia già tutto, quindi ti capisco!
      Un bacio Celeste!

  • Non solo mare, non solo divertimento (inteso come locali e vita notturna), Santorini è tanto di più! Ed io rispetto profondamente e seguo con piacere, chi come te rivoluziona l’aspetto più noto di una meta, per farmi vedere i suoi lati più veri e caratteristici.
    La tradizione della vendemmia, l’importanza a livello sociale e familiare, il racconto di un’epoca che, ancora oggi, dà lavoro alle generazioni attuali. Tra l’altro complimenti per la descrizione dei vini degustati… è come se li avessi sentiti anche io!
    Baci,
    Claudia B.

    • Grazie Claudia per le tue parole, Santorini è davvero molto di più di quello che sembra! E non ne avevo idea prima di andarci. Girare l’isola da nord a sud, da est a ovest, mi ha fatto scoprire tante piccole realtà, tante caratteristiche che la rendono secondo me perfetta per un viaggio completo. E ti assicuro che il Kamaritis è uno dei vini più buoni che abbia mai assaggiato, sono felice di essere riuscita a descriverlo 🙂
      Un bacione!

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